Cos’è un embrione non competente? Un documento di consenso SIERR – SIGU

Nella letteratura scientifica manca ancora una chiara definizione di cosa sia un embrione non competente allo sviluppo preimpianto e diverse società scientifiche nel mondo, tutt’oggi ancora si interrogano su questo argomento.

Da un punto di vista sia clinico che scientifico, l’identificazione di embrioni non idonei a fini riproduttivi è cruciale ed è un obiettivo che dovrebbe essere perseguito alla luce di tutte le tecnologie attualmente esistenti per la valutazione degli embrioni, incluse le analisi genetiche di recente implementazione in PMA. Il contesto italiano rappresenta uno scenario peculiare: gli embrioni possono essere estinti infatti solo qualora dichiarati non vitali e non possono essere utilizzati ai fini della Ricerca scientifica. Pertanto, migliaia di embrioni, diagnosticati cromosomicamente affetti (o aneuploidi) tramite test di genetica preimpianto (PGT) non vengono utilizzati clinicamente in quanto non competenti dal punto di vista riproduttivo, ma devono essere mantenuti crioconservati nei centri di PMA italiani a tempo indeterminato, con importanti implicazioni psicologiche, legali e finanziarie per le coppie e per i centri.

Con l’obiettivo di aggiornare la definizione di embrione non competente anche sulla base delle evidenze della genetica, la Società Italiana di Embriologia, Riproduzione e Ricerca (SIERR) e la Società Italiana di Genetica Umana (SIGU) hanno esaminato la letteratura sull’argomento, e raggiunto un consenso riassunto in un elenco di criteri recentemente pubblicati sul ‘Journal of Assisted Reproduction and Genetics’, una delle riviste dell’American Society for Reproductive Medicine (ASRM). Le due società hanno concordato quali embrioni possano essere considerati non utilizzabili a fini riproduttivi perché non in grado di esitare nella nascita di un bambino. In breve: gli embrioni con arresto dello sviluppo e conseguente degenerazione, gli zigoti con un numero di pronuclei (PN) uguale o superiore a 3, gli embrioni affetti da condizioni genetiche e/o cromosomiche letali. Il destino di questi embrioni dipende strettamente dalle leggi specifiche applicate in ciascun paese. Tuttavia, un consenso sulla loro definizione è il primo passo per costruire direttive o leggi future basate sull’evidenza e promuovere la Ricerca e il progresso in questo importante settore della medicina e dell’assistenza sanitaria.